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lunedì 8 ore 19
Teatro Astra, Torino

CRAC

di Enrico Casagrande & Daniela Nicolò
regia Enrico Casagrande & Daniela Nicolò

con Silvia Calderoni
visual design
Francesco Borghesi
sound design
Enrico Casagrande, Roberto Pozzi
elementi scenici
Giancarlo Bianchini/Arto-Zat

una produzione Motus
con la collaborazione di
L'Arboreto di Mondaino, Galleria Toledo Napoli, Museo d'Arte Contemporanea MADRE Napoli, Progetto Geco - Ministero della Gioventù e Regione Emilia Romagna

Crac è scoppio_rottura_caduta_esplosione_frattura_dispersione e nuova rinascita dei pezzi.
Crac è deriva non teatrale del progetto X(ics) Racconti crudeli della giovinezza.
Architettura sonora che ingloba voci e rumori di ogni città in cui viene presentata e li trasforma in percorsi algoritmici, tracciati e pixel.
La danzatrice-pattinatrice precipita fra queste geometrie che stabiliscono spazi concentrici, gabbie, delimitano un dentro e un fuori: tensione nel riappropriarsi del fuori, sforzo nell'allargare ed espandere il dentro, mentre la precisione dell'esercizio fisico diventa anatomia di una nevrosi.
Crac come piccola isola di resistenza psico-fisica-attitudinale.
Circonferenza ultima di un mondo prossimo all'implosione-esplosione: sull'asse di questa catastrofe una fragile figurina bianca ci prova, viaggia, combatte, si arrende, si alza di nuovo, instancabile, nel tentativo di ridefinire confini che tendono a delimitare, chiudere, separare.
Tutto sembra precipitare, corrompersi, ma alla fine una nuova piantina dallo sfacelo nasce...
Nello spettacolo Racconti crudeli della giovinezza c'è l'esortazione a creare un coro di corpi, una partitura fisica d'emergenza in attesa dell'ora X del pianeta: Crac è forse questo tentativo. Motus

MOTUS
Motus è stato fondato nel 1991 da Enrico Casagrande e Daniela Nicolò, strutturato sin dalle origini come nucleo di lavoro aperto alle ibridazioni fra arti e linguaggi.
La follia d'amore, i meccanismi artificiosi della seduzione, i limiti del corpo e la sua indagine hanno da sempre invaso le scene del gruppo: O.F. ovvero Orlando Furioso impunemente eseguito da Motus ('98), Orpheus Glance e Visio gloriosa (2000), il progetto Rooms ('02). Una lunga residenza in Francia ha condotto alle liriche d'amore di Pier Paolo Pasolini, alla sua irrinunciabile attrazione «per i corpi senz'anima» che popolano le notti delle periferie romane in Come un cane senza padrone ('03) e L'Ospite ('04). È stato poi con Rumore rosa ('06) che il tema dell'amore e dell'abbandono è stato ancor più sviscerato, con l'avallo di alcuni stralci di dialogo furente da Le amare lacrime di Petra Von Kant, manuale d'amore universale e melodrammatico. Il 2006 ha visto anche un ritorno a Samuel Beckett, con la video-performance A place. That again, ispirata a All strange away, l'unico testo "pornografico" dello straordinario autore irlandese.
Per la Biennale Danza 2007, Motus ha dato avvio a X(ics) Racconti crudeli della giovinezza. La stessa ricerca sul rapporto fra generazioni ha condotto a un nuovo progetto ispirato alla figura di Antigone, che si svilupperà nel 2009 e 2010.
Motus è presente al Festival per la quarta volta, dopo Splendid's nel 2003, Come un cane senza padrone nel 2005, Rumore Rosa e Piccoli episodi di fascismo quotidiano nel 2006.

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