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mercoledì 18 giugno ore 21, giovedì 19 giugno ore 19
Teatro Gobetti, Torino

Prima Assoluta

MORSI A VUOTO

di Luciana Maniaci e Francesco d'Amore
regia Filippo Renda

con Luciana Maniaci e Francesco d'Amore
scene e costumi Eleonora Rossi

produzione Festival delle Colline Torinesi
coproduzione con Festival Castel dei Mondi di Andria
col sostegno di Interno5 e Ludwig
management Nidodiragno
Premio Scenari Pagani 2014

presentato in collaborazione con Fondazione TPE/Teatro a Corte

durata 1h 10'

Il riso inizialmente appartiene ai demoni che per mezzo di esso negano il creato. Un suono emesso della bocca ha l'immenso potere di togliere ogni senso a ciò che esiste. Quando gli angeli per la prima volta sentono questo riso restano sconcertati. Non sapendo bene come reagire prendono a imitare il riso dei demoni, il loro è però più acuto e ha il significato opposto: afferma il senso, conferma la sua presenza.
Kundera, "Il riso del libro e dell'oblio"

Mi chiamo Simona, come tutti.
Non riesco a fare a meno di ridere di tutto.
Sono cattiva, confusa e disarticolata.
Ho amici precari e goffi come me. Genitori distratti e altrove come me.
Ho un fidanzato. Mi tradisce con due svedesi.
Io rido. Sempre.
Spero così di salvarmi.
Per fortuna oggi un uomo con un passamontagna è entrato in casa e mi ha minacciato di morte.
Forse tutto adesso andrà meglio.

I morsi a vuoto sono i morsi della fame, della coscienza, del dubbio. Sono le nostre insoddisfazioni, i blocchi, le impossibilità con cui siamo cresciuti. Sono tutte queste cose terribili che portiamo sempre con noi. E che ci stanno bene. Perché siamo giovani, allegri e ironici. Abbiamo sempre la frase pronta per sdrammatizzare e sminuire. Sotto le nostre battute si sentono risate registrate: sono le nostre stesse voci che ridono di noi. Di fronte ai boati del crollo c'è sempre qualcuno pronto a scambiarli per l'eco di un rave. Siamo noi. Siamo fatti così. Ci detestiamo per questo, ma non troppo. Mai troppo. Adesso però Simona vuole smettere di ridere di tutto, di trovare tutto irreale e ridicolo. "Morsi a Vuoto" racconta di lei, che è come tutti. Una ragazza allegra e infelice che non ha niente da ridere e per questo ride sempre. Sarà l'incontro con un uomo sconosciuto e violento a cambiarle la vita, perché con lui - l'altro, il diverso - scoprirà un'emozione vera e senza riserve: la paura di morire. E non riuscirà più a farne a meno. "Morsi a Vuoto" è il racconto di una generazione cresciuta nel disincanto, nella volgarità e nell'ironia. Una macchina drammaturgica spietata, che forza i protagonisti a perdere i loro amati filtri emotivi. Un dramma che non resiste alla tentazione di ridursi a commedia. Il nostro disperato tentativo di essere davvero nel mondo. Maniaci d'Amore

MANIACI D'AMORE
Luciana Maniaci (28 anni di Messina) e Francesco d'Amore (30 anni di Bari) si conosco alla Scuola Holden e iniziano a lavorare come compagnia nel 2007. Il Nostro Amore Schifo (2009 prod. Nidodiragno/Teatro Regionale Alessandrino), il loro primo lavoro, ha già toccato ottanta piazze italiane. Nel 2009 hanno portato in scena, insieme a Michele Di Mauro e Anita Caprioli, un testo teatrale dei fratelli Cohen Quasi una serata diretto da Marco Ponti, che ha debuttato al Teatro Carignano di Torino. Sempre nel 2009 hanno curato i testi di Amleto in Palestina con la regia di Gabriele Vacis, prodotto dall'ETI, che ha debuttato al Teatro Valle di Roma. Nel 2011 il loro ultimo progetto, Biografa della Peste (prod. Nidodiragno), è entrato nella Selezione del Premio Scenario e ha vinto il Premio Nazionale di Drammaturgia Il Centro del Discorso. Insegnano scrittura e teatro alla Scuola Holden. Nel 2013 sono stati tra i finalisti del Premio Solinas Idee per Il Cinema col soggetto per un film scritto con Fabio Bonfanti. Nel 2014 hanno vinto il premio Scenari pagani.

Sono per la seconda volta al Festival, dopo Biografia della peste nel 2013.

maniacidamore.it

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