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sabato 21 giugno ore 21, domenica 22 giugno ore 19
Società Reale Ginnastica - Palestra Magenta, Torino

GIUDIZIO, POSSIBILITA', ESSERE

Esercizi di ginnastica da eseguire in una palestra su “La morte di Empedocle” di Friedrich Hölderlin

di Romeo Castellucci
regia Romeo Castellucci

traduzione Cesare Lievi
con Chiara Causa, Silvia Costa, Laura Dondoli, Irene Petris
e con Gloria Barbanti, Valentina Cortese, Laura Esposito, Irene Segalla, Lucille Mouzac, Emily Nicholl, Giulia Scamarcia, Noemi Valente, Anna Weber, Marcella Meloni
tecnico del suono Matteo Braglia
produzione Benedetta Briglia, Cosetta Nicolini
organizzazione Valentina Bertolino, Gilda Biasini

produzione Socìetas Raffaello Sanzio
l'attività generale della Socìetas Raffaello Sanzio è sostenuta da Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Regione Emilia Romagna, Comune di Cesena, Emilia Romagna Teatro Fondazione

presentato in collaborazione con Flic Scuola di Circo

durata 1h

Cercare una palestra. Una grande camera presa a prestito per fare delle prove, un posto "sbagliato" per il teatro. E invece no. Una palestra, ora, come lo spazio esatto, come compimento dell'eresia e della bellezza inattuale di Friedrich Hölderlin.
Assistere alla sequenza astratta di un esercizio, all'ellittica di un gesto silenzioso che fende l'aria o ascoltare l'articolazione assertiva di un verso significa scorgere l'eleganza inumata della forma nella precisione di un'estetica sorvegliata fino al midollo intesa come radicalismo politico.
Nell'Antica Grecia - mondo a cui il poeta tedesco si è rivolto per tutta la vita - il Ginnasio era il luogo della preparazione dei giovani in vista delle gare atletiche e della vita adulta, oltre che preludio al momento della guerra.
In una palestra, luogo dell'esercizio e della disciplina, si assiste a una partitura testuale, quasi niente di più. Sono versi tratti da La morte di Empedocle di Hölderlin, in cui il filosofo dotato di poteri sovrannaturali, accusato dai suoi concittadini di essersi reso simile agli dèi, decide di abbandonare la città per salire la montagna e gettarsi nel cratere dell'Etna, rifiutando ogni ostacolo sulla via dell'assoluto.
I personaggi della tragedia, giunta a noi in tre redazioni incompiute, sono interpretati da una compagnia di giovani donne: Pantea esalta i prodigi divini di Empedocle, il discepolo Pausania rivela l'amore incondizionato per il maestro, Crizia rappresenta il cieco potere politico, il sacerdote Ermocrate il potere religioso, gli Agrigentini incarnano la massa votata all'eterna ignoranza.
Ma chi sono queste ragazze? Sono studentesse di una scuola? Forse membri di una qualche comunità femminile? Stanno provando uno spettacolo a porte chiuse?
Una cosa sola sembra certa: sono uscite dal teatro per trovare il proprio del teatro. La ginnastica lascia spazio alla rivelazione. Lo scorrere retorico dei gesti e la pronuncia di versi affermano la potenza della Natura e ricordano, senza consolazione, la finitezza dell'umano. Accolti sui cuscini del salto in alto, gli spettatori scoprono il senso di ogni giudizio, possibilità, essere. Piersandra Di Matteo

ROMEO CASTELLUCCI
Romeo Castellucci nasce nel 1960 a Cesena. Si diploma in Pittura e Scenografia all'Accademia di Belle Arti di Bologna. Nel 1981 insieme a Claudia Castellucci e a Chiara Guidi fonda la Socìetas Raffaello Sanzio. Da allora realizza numerosi spettacoli come autore, regista, e creatore delle scene, delle luci, dei suoni e dei costumi. Noto in tutto il mondo - i suoi lavori sono stati presentati in più di cinquanta nazioni - come autore di un teatro fondato sulla totalità delle arti e rivolto a una percezione integrale, ha anche scritto diversi saggi di teoria della messa in scena, che percorrono il cammino del suo teatro. Le sue regie, infatti, propongono linee drammatiche non soggette al primato della letteratura, facendo del teatro un'arte plastica, complessa, ricca di visioni. Questo ha sviluppato un linguaggio comprensibile come possono esserlo la musica, la scultura, la pittura e l'architettura. Il suo lavoro è regolarmente invitato e prodotto dai più prestigiosi teatri di prosa, teatri d'Opera e festival internazionali. Il 22 febbraio 2002 Romeo Castellucci è stato insignito del titolo di "Chevalier des Arts et des Lettres" dal Ministero della Cultura della Repubblica Francese nella persona di Cathérine Tasca.
Nel 2005 è nominato Direttore della sezione Teatro della Biennale di Venezia.
Nel 2008 è artista associato del Festival d'Avignon, dove presenta l'imponente trilogia Inferno, Purgatorio, Paradiso ispirata alla Divina Commedia di Dante, che Le Monde elegge migliore spettacolo teatrale e evento culturale tra i dieci più influenti del decennio 2000-2010 nel mondo. Nel 2010 dà inizio a un nuovo progetto che lo porterà alla creazione di Sul concetto di volto nel figlio di Dio e Il velo nero del Pastore. Nel 2012 il ciclo si chiude con la creazione di The Four Seasons Restaurant. Nel 2011 affronta il Parsifal di Richard Wagner presso il Theatre La Monnaie - De Munt di Bruxelles. Nel 2011 è l'artista prescelto del Tokyo Festival, dove realizza The phenomenon called I. Nel 2013 è invitato dalla Schaubhüne di Berlino a produrre Hyperion di F. Hölderlin. Nel 2013 si aggiudica il Leone d'oro alla carriera nell'ambito della Biennale di Venezia. Nel 2014 la città di Bologna gli dedica una personale dal titolo "E la volpe disse al corvo. Corso di linguistica generale", a cura di Piersandra Di Matteo.

La Socìetas è per la nona volta al Festival dopo Voyage au bout de la nuit nel 2000, Giulio Cesare nel 2002, M.#10 Marseille e Crescita XV Torino nel 2005, The Cryonic Chants nel 2006, Homo Turbae, coprodotto, nel 2009, L'ultima volta che vidi mio padre nel 2010, La seconda Neanderthal nel 2012 e Poco lontano da qui nel 2013.

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