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venerdì 5 giugno ore 21.30 sabato 6 giugno ore 17.30
Fonderie Limone, Moncalieri

VITA AGLI ARRESTI DI AUNG SAN SUU KYI

di Marco Martinelli
regia Marco Martinelli

ideazione Marco Martinelli e Ermanna Montanari
con Ermanna Montanari, Roberto Magnani, Alice Protto, Massimiliano Rassu
incursione scenica Fagio
musica Luigi Ceccarelli
spazio scenico e costumi Ermanna Montanari; assistente ai costumi Roberto Magnani
luci Francesco Catacchio, Enrico Isola
montaggio ed elaborazione video Alessandro Tedde, Francesco Tedde
realizzazione suono Edisonstudio Roma; tecnico del suono Fagio
elementi di scena realizzati dalla squadra tecnica del Teatro delle Albe Fabio Ceroni, Enrico Isola, Danilo Maniscalco
realizzazione maschere Antonio Barbadoro
capi vintage A.N.G.E.L.O.; sartoria Laura Graziani Alta Moda
consulenza linguistica Aung Naing Lin
direzione tecnica Enrico Isola
foto di scena Enrico Fedrigoli
organizzazione e promozione Marcella Nonni, Silvia Pagliano, Francesca Venturi

produzione Teatro delle Albe - Ravenna Teatro
in collaborazione con ERT Emilia Romagna Teatro

presentato con il patrocinio della Città di Torino

durata 2h30' con intervallo

C'è qualcosa di scandaloso nella vita di Aung San Suu Kyi: la mitezza d'acciaio, la compassione, la "bontà", un termine che avrebbe fatto storcere il naso a Bertolt Brecht. La nostra Vita è anche un dialogo con Brecht, con quella Anima buona del Sezuan che qualche anno fa volevamo mettere in scena. Non lo facemmo allora, e questa Vita ci ha spiegato anni dopo il perché. La "bontà" intesa come la intende Aung San Suu Kyi, e come prima di lei una teoria di combattenti, da Rosa Luxemburg a Simone Weil, da Gandhi a Martin Luther King, da Jean Goss a Aldo Capitini, (più i tanti, innumerevoli "felici molti" di cui ignoriamo il nome), è scandalo in quanto eresia, ovvero, etimologicamente, scelta: si sceglie di non cedere alla violenza, alla legge che domina il mondo, si sceglie di restare "esseri umani": nonostante tutto. Di navigare tentando di non venir divorati da Scilla e Cariddi, i mostri del buonismo ipocrita e della violenza cinica. Di restare "non abituati" alle abitudini secolari della sopraffazione e dei sacrifici umani. Interrogarci sulla vita di Aung San Suu Kyi ha significato interrogare il nostro presente: cosa intendiamo per "bene comune"? Per "democrazia"? Cosa significano parole come "verità e giustizia"? Ha senso usare queste parole, e come? Non sono ormai usurate, sacrificate sull'altare della chiacchiera dei media? O hanno senso proprio partendo dalla volontà di un sereno, paradossale, gioioso "sacrificio di sé"? Di un silenzioso, non esibito eroismo del quotidiano? Di un cercare nel quotidiano "ciò che inferno non è", e dargli respiro, spazio, durata? Marco Martinelli

TEATRO DELLE ALBE
Il Teatro delle Albe nasce nel 1983 a Ravenna e fin dai primi anni coniuga la ricerca del "nuovo" con la tradizione teatrale. I testi di Marco Martinelli traggono ispirazione dagli antichi e dal tempo presente, vengono poi pensati e costruiti specificatamente per gli attori, veri e propri co-autori degli spettacoli. Fondamentali all'interno del Teatro delle Albe, inoltre, sono le accensioni visionarie e la vocalità inquietante di Ermanna Montanari, il lavoro di attore-autore di Luigi Dadina e l'apporto della seconda generazione di collaboratori. Gli spettacoli valgono alle Albe premi e riconoscimenti nazionali e internazionali, tra cui 14 premi Ubu, il più recente attribuito nel 2013 a Marco Martinelli per il testo di Pantani. Sempre nel 2013 Ermanna Montanari ha vinto il premio Eleonora Duse.

Il Teatro delle Albe è alla sua ottava presenza al Festival dopo Narrazione della pianura nel 1997, La mano nel 2005, Stranieri nel 2009, Rosvita nel 2010, Ouverture Alcina nel 2011, Poco lontano da qui nel 2013, A te come te nel 2014.

teatrodellealbe.com

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