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sabato 10 giugno ore 21.30, domenica 11 giugno ore 19.30
Teatro Gobetti, Torino

Prima Nazionale

ROBERTA VA SULLA LUNA

How to explain theatre to a living dog (quattordicesima parte di Interior Sites Project)

di Roberta Bosetti e Renato Cuocolo
regia Roberta Bosetti e Renato Cuocolo

con Roberta Bosetti e Renato Cuocolo
con la partecipazione del cane Nuvola 

produzione Cuocolo Bosetti/IRAA Theatre, Teatro di Dioniso, Festival delle Colline Torinesi, Olinda Minalo, ICA (Institute Contemporary Arts) Sydney 

Mi chiamo Roberta Bosetti sono un'attrice e non recito da 72 ore. Faccio parte di un gruppo AA, non alcolisti anonimi, ma una sottosezione attori anonimi. Non è stato facile, non è facile... ho un teatro nella testa. Mi guardo in giro e le tentazioni sono molte. La tentazione di mettere su una recita, un personaggio, qualcosa del genere. In giro c'è solo gente che recita. Mi guardo intorno. Ma il mondo è pieno di teatro. La gente è il più grande spettacolo del mondo ed è gratis.

Quest'ultimo lavoro ha iniziato ad annunciarsi dopo aver trovato nel magazzino di casa delle vecchie riviste. Un'edizione speciale di OGGI che celebrava con foto a colori, rare per quell'epoca, l'allunaggio dell'Apollo 11 nel Mare della Tranquillità.
Luna, Mare, Tranquillità: suonava promettente.

Siamo lì seduti con questo titolo in testa Roberta va sulla Luna, un po' di libri nuovi che toccano tangenzialmente l'argomento, le foto del giornale, e io mi alzo e prendo un libro dalla libreria e prima di iniziare a sfogliarlo da questo cade a terra una cartolina. Una cartolina di 40 anni prima, dimenticata da tempo, che arriva da Huston e ha l'immagine della luna.
Roberta va sulla Luna. Perché? mi chiedo, e poi salta fuori questa cartolina. Non sapevo neanche di averla. Eppure era lì. Sono cose che danno da pensare. Le coincidenze, dico. Prendi un libro, quel libro di poesie che non a caso si intitola Della vita degli oggetti e salta fuori questa cartolina comprata e spedita dalla base Nasa di Huston quarant'anni prima. Quell'immagine deve aver fatto scattare qualcosa dentro di me perché quando dieci minuti dopo mi alzai dal divano rosso per andarmi a fumare una sigaretta, di colpo mi venne in mente quella sera.
Era l'estate del 1969 e l'Apollo viaggiava verso la Luna.
- La vedi la Luna? mi chiede mia madre
Più che altro, in quel tempo, mi davo da fare con areoplanini di carta ripiegata. Non sarà una missione lunare ma necessita comunque di precisione. La carta va ripiegata ma come si deve. Bisogna fare un sacco di calcoli e controcalcoli sugli orli.
- Se trovi qualcuno che si preoccupa degli orli hai trovato un vincente nato, mi dice mia madre.
- La vedi la luna?

Quando iniziamo a pensare uno spettacolo, il nostro tavolo si riempie pian piano di cose.
Il settimanale ritrovato, la cartolina smarrita e poi libri molti e diversi, piccoli oggetti. E intanto spero proprio che queste cose possano un giorno fondersi, mescolarsi - forse la parola esatta è condensarsi - in qualcosa di significativo.
Che bella parola significativo.
Ci sono anche ritagli di giornale. Ce n'è uno con una notizia che viene da Mosca: quattro giovani arrestati nell'atto di strangolare un cigno. Questa sì che è noia.
Nome del cigno: Borka

Tornando a noi. L'episodio della cartolina misteriosamente ritrovata e il ricordo di quella sera con mia madre a vedere l'allunaggio ci aveva messo su una pista. Come sempre qualcosa riemerge, lentamente, quasi non lo sai, emerge e si scontra con altre cose che in quel momento stai facendo: l'arrivo di Nuvola, un cane che porta il nome di qualcosa che sta in aria, la fine della depressione,
la lettura di tante cose: Le Illusioni Perdute di Balzac, Jerry Seinfeld, lo studio di due opere di Joseph Beyus. In pratica, cose che non c'entrano niente e che poi nello spettacolo nessuno vede ma che danno spinte inaspettate: lieviti vari.
Ultimamente, per noi, il lievito è spesso rappresentato dalla performance: quegli spettacoli che nessuno ha visto ma che stanno su tutti i libri: Yves Klein che vola, Abramovich e Ulaj sulla grande muraglia, Beyus bendato in America...

Bisognerebbe mettere i fatti in ordine.
Proprio nei giorni in cui era comparso sul cammino della nostra ispirazione il video della performance di Beyus How to explain pictures to a dead hare, vedemmo un coniglio selvatico vivo.
Da qualche mese ci gira in testa l'idea della luna. Un viaggio sulla luna, o dalla luna, questo non è ancora ben chiaro.
Ci siamo forse innamorati del titolo:
Roberta va sulla luna;
Oppure, ed è più probabile, qualcosa sulla terra non ci convince. (Cuocolo/Bosetti).

CUOCOLO BOSETTI |IRAA THEATRE
Gli italo australiani Cuocolo/ Bosetti | IRAATheatre sono noti per una ricerca in cui vita e teatro, finzione e biografia si confondono. Il recente Premio Hystrio Altre Muse va ad aggiungersi ai numerosi riconoscimenti internazionali ottenuti dalla nascita della compagnia (nel 1987) ad oggi: Unesco Award per la ricerca Artistica, Primo premio Festival Internazionale di Sitges Barcellona, Green Room Award - Miglior Spettacolo, Major Organization Award - Miglior Spettacolo d'Innovazione, Migliore Spettacolo al Festival Internazionale delle Olimpiadi di Sydney. 

Dalle motivazioni per Premio Hystrio 2015:
"Il teatro come trappola per la realtà da cui discende un costante slittamento della realtà nella finzione e viceversa, che crea ambiguità e pervasivo senso del perturbante. Una ricerca teatrale condotta con entusiasmo e voglia di sperimentare e di sperimentarsi, guidata da una persistente curiosità verso gli uomini e l'arte così come verso se stessi e il proprio io nascosto."

La compagnia è al Festival per l'11ª volta, dopo Agamemnòn (1996), Dock 39 (1997), Private Eye (2007), The Nature of Things (2008), The Persistence of Dreams: Love me tender (2009), Roberta torna a casa (2012), Rooms for Error (2013), The Walk (2014), MM&M Movies, monstrosities and masks (2015) e Roberta cade in trappola (2016)

cuocolobosetti.org

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