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9 giugno
MORASENGO Castello

FINALE DI PARTITA

allestimento da scacchiera per pedine e due giocatori

di Samuel Beckett
regia Teatrino Giullare

con Teatrino Giullare
traduzione Carlo Fruttero
maschere Fratelli de Marchi
scenografia e figure Cikuska

produzione Teatrino Giullare
presentato in collaborazione con Incanti Rassegna Internazionale di Teatro di Figura e Istituto per i beni Marionettistici e il Teatro Popolare

Hamm è il re in questa partita a scacchi persa fin dall'inizio.
Nel finale fa delle mosse senza senso che soltanto un cattivo giocatore farebbe.
Un bravo giocatore avrebbe già rinunciato da tempo.
Sta soltanto cercando di rinviare la fine inevitabile.
(S. Beckett)

Una partita a scacchi tra attori-giocatori che muovono le pedine e pedine personaggi che muovono una delle storie più significative ed enigmatiche della drammaturgia del Novecento.
La rappresentazione è una sinfonia di mosse e contromosse, botte e risposte, pause, riflessioni, sospiri, rinunce. In questo Finale di partita, il capolavoro di Beckett è visto attraverso le possibilità di movimento di due pedine da scacchi e la tensione e la partecipazione dei due giocatori.
Hamm pedina ferma e cieca, Clov pedina che si affanna per la scacchiera senza potersi mai sedere, anche lui sulla strada della cecità e dell'immobilità e nel tentativo di prendere la strada verso l'uscita. Nagg e Nell pedine fuori gioco, pedine a metà rinchiuse in bidoni.
L'affinità tra il contenuto del testo e il gioco degli scacchi è stata manifestata dallo stesso Beckett e il finale di partita è la terza e ultima parte dell'incontro nel gioco degli scacchi. Una fase distinta dal ridotto numero di pezzi superstiti sulla scacchiera e dal fatto che il re non è più soltanto un pezzo da difendere ma diventa anche una figura di attacco.

..Gli attori-giocatori danno l’azione al gioco, alla commedia. Si siedono al tavolo e iniziano, anzi probabilmente continuano, una partita a scacchi. Forse giocano ogni volta la stessa partita, re-citano, fino al finale sospeso; poi forse ricominciano. Tra attori e personaggi si instaura quindi il più naturale e necessario dei rapporti, ed anche il più spietato perché gli attori giocano con i personaggi. E così il mondo di questo testo è ancora più incerto, il dramma più alto e intriso con la natura tragicomica o meglio semi-seria della sfida ludica che conduce ad una sensazione angosciante e spiazzante. (Teatrino Giullare)

Il Teatrino Giullare è un teatro fantastico popolato di attori in carne ed ossa, di attori di legno, argilla, ombre, maschere e marchingegni. Teatrino Giullare costruisce la sua originale poetica in una casa-laboratorio sulle colline bolognesi di Sasso Marconi. Il lavoro dei due artigiani, un po’ orafi, un po’ falegnami, è di quelli non comuni e viene da un lungo apprendistato. (Giuliano Scabia, dalla presentazione del libro Giocando finale di partita, Titivillus Edizioni, Corazzano, 2006)

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