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10-11 giugno
TORINO Cavallerizza Reale

Prima Nazionale

FAIRY QUEEN

di Olivier Cadiot
regia Ludovic Lagarde

con Valérie Dashwood, Philippe Duquesne, Laurent Poitrenaux
scenografia Ludovic Lagarde e Antoine Vasseur
luci Sébastien Michaud
costumi Virginie e Jean-Jacques Weil
suono David Bichindaritz
drammaturgia Pierre Kuentz
traduzione e sottotitoli Carlotta Clerici
assistente alla regia Claire Longchamp
assistente costumista Fanny Brouste
direzione tecnica Sébastien Michaud et Pierre Martigne
arredatore Eric Delpla
organizzazione Jean-Michel Hossenlopp

produzione Compagnie Ludovic Lagarde, Théâtre National de la Colline, Festival d’Avignon, Le Trident-Scène Nationale de Cherbourg-Octeville, La Chartreuse – Centre National des Ecritures du Spectacle – Villeneuve- lès- Avignon.
con il sostegno di AFAA - Ministère des Affaires Etrangères

“A pranzo giovedì? – stop – si ballerà – stop – Gertrude.”
Una giovane artista? fata? scrittrice? è invitata a pranzo da Gertrude Stein. La scrittrice americana e grande personalità dell’arte parigina ante guerra, è resuscitata, per l’occasione, con la sua compagna, segretaria, cuoca, Alice Toklas nel loro celebre appartamento di rue de Fleurus.
In quell’inizio del ventesimo secolo, in una Parigi che è ancora quella del diciannovesimo, fra le tele di Picasso, Cézanne, Matisse e Braque, Stein inventa il “ripetitivo” prima di tutti.
La nostra eroina va a presentare una performance a Gertrude Stein e Alice come quei giovani poeti americani che facevano il viaggio a Parigi per consultare colei che, in seguito, verrà chiamata la papessa dell’avanguardia.
Corsi di cucina, consigli calorosi, teoria letteraria, abbuffata reale, party a sorpresa, musica indiana…Un’accoglienza generosa attende la giovane.
Questa giornata in cui si scontrano le epoche e si inventa la modernità in accelerazione, lei la attraversa a gran velocità come sul tetto di una vecchia Rolls, “un tappo di radiatore al vento”.

…L’arte è anche arte di vedere, come Gertrude Stein ha saputo vedere Picasso, ha saputo vedere Matisse o Grìs quando nessuno li vedeva, quando nessuno vedeva ciò che essi vedevano del mondo che stava cambiando. Storicamente, il salotto di Gertrude Stein, rue de Fleurus comincia ad animarsi intorno agli anni 1905-1907; la fata-performer è una fata di oggi, del XXI secolo; viene dopo John Cage…Cosa va a cercare una fata del presente che vuole cambiare il mondo di colpo in un salotto vecchio di un secolo? Se c’è del negativo, io sorveglio: conservare del secolo passato solo la capacità che esso ha avuto di liquidare il secolo precedente; pranzare da Gertrude Stein per nutrirsi di avanguardie del XX secolo, quelle che avevano deciso di chiudere con il XIX, pranzare da Gertrude Stein per cambiare il mondo di colpo, per affermare il XXI. (Pierre Kuentz)

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