XXIV Edizione

IL GIOCO DEI NUMERI

Il Festival delle Colline Torinesi giunge alla ventiquattresima edizione. Ventiquattro come i fotogrammi al secondo del cinema, quelli che combinati alla persistenza retinica ci fanno vedere immagini in movimento. La coincidenza non è campata in aria. A Michelangelo Antonioni e al suo film Deserto rosso, è dedicato, infatti, un importante segmento progettuale del Festival, che a partire dagli spettacoli Quasi niente e Scavi coinvolge la Fondazione Merz e il Museo Nazionale del Cinema. La Fondazione Merz come cornice di due allestimenti e di un incontro per riflettere sulla contaminazione delle arti, il Museo del Cinema per una rassegna di film di Antonioni. Un altro richiamo al cinema e al mostro cinematografico più noto, il gorilla gigante che già nel 1933 scalava l'Empire State Building, c'è in Kingdom, parabola sul capitalismo.
Ventiquattro è anche il numero di carati dell'oro puro, metallo evocato dal primo titolo della trilogia di Rita Frongia: La vita ha un dente d'oro. In questo tradizionale gioco numerologico va ancora ricordato che ventiquattro sono le lettere dell'alfabeto greco e, guarda caso, c'è, nel 2019, un un po' di teatro greco grazie alla compagnia del Grek Festival, che mette in scena i racconti di Edgard Allan Poe, l'autore de Lo scarabeo d'oro. Ventiquattro è il numero di ore della giornata. Ventiquattro edizioni si potrebbe dire sono una giornata significativa (o Una giornata particolare) nella vita di un Festival. Giusto dunque che amici di vecchia data come Pippo Delbono, Chiara Guidi, Claudia Castellucci, Daniela Nicolò, Enrico Casagrande, Claudio Morganti accorrano a spegnere ventiquattro candeline.

Sergio Ariotti

Il Festival 24 inizia il 2 giugno e finisce il 22: 2+22= 24, come gli spettacoli proposti

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